Le uniformi
da Carlo Emanuele IV
a Carlo Alberto


Alle uniformi relative al periodo dell'esilio in Sardegna (regno di Carlo Emanuele IV e primi anni di regno di Vittorio Emanuele I) si è già accennato in un precedente capitolo.

In queste pagine perciò si prenderanno in esame le uniformi dal 1814 in poi.


Le uniformi della Restaurazione


Le uniformi della fanteria


Come già fatto nei capitoli precedenti, si ritiene utile riportare le tabelle con i colori distintivi dei vari reggimenti e brigate nel periodo 1814-1831.

Si ricorda che esiste una corrispondenza tra il colore di alcuni elementi della bandiera e quello di alcune parti dell'uniforme.

Salvo alcune eccezioni, i profili delle fiamme, delle stelle e delle cornici sono in argento o in oro secondo il colore dei bottoni; le stelle sono del colore del colletto, mentre le fiamme sono del colore della fodera.


Fanteria d'ordinanza (1814-1821)

reggimento abito pantaloni colletto paramani fodera e risvolti bottoni
Granatieri Guardie
Savoia
Monferrato
Piemonte
Saluzzo
Aosta
Cuneo
La Regina
Sardegna
Alessandria
Genova
Casale
(costituito nel 1821)
Pinerolo
(costituito nel 1821)
Acqui
(costituito nel 1821)
Savona
(costituito nel 1821)
svizzero Christ
(sciolto nel 1816)

Fanteria leggera

reggimento abito pantaloni colletto paramani fodera e risvolti bottoni
Cacciatori Guardie
Cacciatori di Savoia
Cacciatori Italiani
Cacciatori di Nizza (1)
Cacciatori della Regina
(1) bianchi per Cenni, cremisi per Ales

Brigate (1821-1831)

brigata abito pantaloni colletto paramani fodera e risvolti cravatta bottoni
Granatieri Guardie
Savoia
Piemonte
Aosta (*)
Cuneo
La Regina
Monferrato
(sciolta nel 1821)
Casale
Saluzzo
(sciolta nel 1821)
Pinerolo (**)
Alessandria
(sciolta nel 1821)
Acqui
Genova
(sciolta nel 1821)
Savona

(*) chamois nel documento dell'Archivio di Stato, giallo in Ales, bibl. 15;
(**) Ales (bibl. 15) ricorda che in un manoscritto della Biblioteca Reale fodera e risvolti sono rossi.


Tra gli elementi del corredo dei soldati e dei sottufficiali di fanteria, qua si ricordano solamente l'abito, i pantaloni e il copricapo.

Nel 1814 l'abito è simile al modello in uso nell'esercito austriaco e in parte già introdotto nell'armata sarda a fine 1700. è di panno turchino scuro, chiuso da nove bottoni piatti di metallo, ha le falde tagliate sul davanti ad arco, così da coprire i fianchi. I risvolti sono cuciti e ornati da un bottone; le tasche sono orizzontali, a tre punte con tre bottoni. Il colletto è interamente aperto davanti. Le maniche sono aperte al fondo e chiuse da cinque bottoni, due sul paramano (che è di forma rettangolare).

Le spalline sono dello stesso panno turchino dell'abito, con un'estremità arrotondata, fissata sotto il colletto da un bottone, e l'altra tagliata a tre punte.

L'abito dei soldati dei reggimenti provinciali è uguale a quello dei reparti di ordinanza, con il colletto turchino ornato da una mostra del colore distintivo del reggimento (rettangolare, secondo Ales; a tre punte, secondo Cenni).

Al posto del bottone, i granatieri hanno una granata in panno blu sulla giuntura dei risvolti. I reparti di fanteria leggera (cacciatori) hanno le falde dell'abito più corte di quelle della fanteria di ordinanza, un solo risvolto per parte, ornato da una cornetta in panno blu, le tasche verticali con le punte rivolte all'indietro, il paramano tagliato a punta.

reggimento Piemonte
Negli anni successivi, il taglio dell'abito varia, anche se le variazioni non sono stabilite in modo ufficiale. Nel secondo decennio scompare il taglio ad arco delle falde, sostituito da uno dritto; contemporaneamente i cacciatori adottano un nuovo tipo di falde, con risvolti alla polacca, più stretti al fondo e larghi in alto.

fucilieri dei reggimenti Monferrato e Christ in gran tenuta

Con lo scioglimento (1830) dei reparti autonomi di cacciatori e la loro collocazione all'interno delle brigate, i soldati di questa specialità indossano la stessa uniforme della brigata di appartenenza. Però le spalline sono verdi, filettate di giallo-arancio, completate all'esterno da un cuscinetto di panno verde, anch'esso filettato di giallo-arancio e ornato da una cornetta del medesimo colore.

Cacciatori di Savoia cacciatore della brigata Savoia

I pantaloni sono dello stesso panno degli abiti, larghi su fianchi e cosce e aderenti dal ginocchio in giù; all'altezza della caviglia sono fermati da due piccoli bottoni di osso. Con questi pantaloni si indossano ghette di panno nero, le sopracalze, chiuse sui lati da dodici bottoncini. A partire dal 1822 sono adottati ufficialmente pantaloni estivi di tela bianca, anche se probabilmente sono già di uso comune prima di questa data. Nella gran tenuta i pantaloni bianchi vengono portati con le stesse ghette usate per l'uniforme invernale. Il reggimento svizzero Christ porta pantaloni da parata celesti, anzichè blu.

La situazione del copricapo è assai complessa, anche per la quasi totale mancanza di documentazione ufficiale, pur in presenza di numerosi pezzi autentici. Si possono identificare due modelli, il primo adottato il 29 Settembre 1814, il secondo, definitivo, approvato dal re il 26 Ottobre.

Il primo modello è del tutto uguale a quello usato nel periodo dell'esilio in Sardegna ed è stato distribuito ai reggimenti provinciali. La coppa è in cuoio annerito, con una visiera piatta dello stesso materiale; lungo il bordo è fissata una specie di coprinuca, abbassabile in caso di necessità. La coppa è sormontata da un piccolo cimiero, in cuoio, che sostiene una cresta di lana turchina. Sulla parte anteriore è presente una piastra di ottone, con uno scudo con le armi di Savoia moderna, tra trofei di bandiere.

Il secondo modello è privo di coprinuca, ha due visiere, entrambi circolari: quella anteriore è bordata da un lamierino di ottone. Il cimiero è di ottone, ha le facce laterali decorate ed è parzialmente dipinto di nero. Sul cimiero è sistemata una cresta di ciniglia turchina. Il casco è completato da soggoli a scaglie di ottone, montati su strisce di cuoio, e i rosoni di ottone. La piastra anteriore, sempre di ottone, è in due versioni, una con scudo ovale, l'altra con scudo sannitico.

esemplari del secondo modello di casco di fanteria
[Museo Nazionale di Castel Sant'Angelo]
[Museo della Cavalleria, Pinerolo]
[Museo del Risorgimento, Torino]

Nel regolamento del 1814 viene inoltre definito, come distintivo delle compagnie del reggimento, un disco di lana piatto sopra il rosone destro del casco.

1° battaglione di ogni reggimento
(da sinistra a destra) Stato Maggiore, 1ª granatieri, 1ª fucilieri, 3ª fucilieri, 5ª fucilieri, 7ª fucilieri, 9ª fucilieri, 11ª fucilieri

2° battaglione di ogni reggimento
(da sinistra a destra) Stato Maggiore, 2ª granatieri, 2ª fucilieri, 4ª fucilieri, 6ª fucilieri, 8ª fucilieri, 10ª fucilieri, 12ª fucilieri

Da Settembre 1814, i reparti autonomi di cacciatori e le compagnie cacciatori, incluse per breve tempo nei reggimenti di fanteria, hanno come copricapo lo shakot al posto del casco. Non si sono conservati esemplari di questo modello, ma dalle fonti iconografiche si ricava che è di feltro, con imperiale di cuoio verniciato in nero, doppia visiera e bordi di rinforzo sopra e sotto. Sul davanti è fissata la stessa piastra in ottone prevista per il casco, con in più una cornetta in ottone alla sommità. Coccarda e sottogola sono uguali a quelli del casco.

Nel 1816 ai battaglioni cacciatori viene assegnato un nuovo modello di shakot di forma inalterata, ma senza visiera posteriore. La coccarda è fissata da una ganza di lamierino di ottone stampato. è inoltre introdotta una nuova piastra valida per tutte le compagnie del reparto, incluse quelle dei carabinieri: è a scudo barocco sagomato, in lamierino di ottone. La visiera è in cuoio, verniciato di nero all'esterno e di verde oliva all'interno.

Da Maggio 1817 questo modello di copricapo è progressivamente esteso a tutti i reparti di fanteria di linea. Sono previsti due tipi di piastre, uno per lo stato maggiore del reggimento e le compagnie fucilieri, un altro per le compagnie granatieri.

Con l'abolizione delle nappine, le compagnie sono contraddistinte dai pennini di lana, cilindrici, infilati in un taglio del bordo dello shakot tramite un gambo di fil di ferro.

1° battaglione dei reggimenti di fanteria
(da sinistra a destra) Stato Maggiore, 1ª fucilieri, 3ª fucilieri, 5ª fucilieri, 7ª fucilieri, 9ª fucilieri, 11ª fucilieri

2° battaglione dei reggimenti di fanteria
(da sinistra a destra) Stato Maggiore, 2ª fucilieri, 4ª fucilieri, 6ª fucilieri, 8ª fucilieri, 10ª fucilieri, 12ª fucilieri

1° battaglione dei reggimenti di cacciatori
(da sinistra a destra) Stato Maggiore, 1ª cacciatori, 3ª cacciatori, 5ª cacciatori, 7ª cacciatori, 9ª cacciatori, 11ª cacciatori

1° battaglione dei reggimenti di cacciatori
(da sinistra a destra) Stato Maggiore, 2ª cacciatori, 4ª cacciatori, 6ª cacciatori, 8ª cacciatori, 10ª cacciatori, 12ª cacciatori

I battaglioni cacciatori autonomi usano i pennini previsti per il 1° battaglione inquadrato.

Le compagnie granatieri dei battaglioni di fanteria e le compagnie carabinieri dei battaglioni cacciatori portano nappine sferiche sulle quali vengono fissati piumetti turchini di penne corte.

I battaglioni cacciatori autonomi usano i pennini previsti per il 1° battaglione inquadrato.

Le compagnie granatieri dei battaglioni di fanteria e le compagnie carabinieri dei battaglioni cacciatori portano nappine sferiche sulle quali sono fissati piumetti turchini di penne corte.

In realtà questa regolamentazione è disattesa: dall'iconografia pare che l'abitudine sia di avere la base del piumetto del colore della fodera e la sommità del colore del colletto; nel caso di colori uguali, la base è turchina.

berrettoni a pelo dei granatieri
(da sinistra a destra) brigata Savoia, brigata Piemonte, brigata Aosta, brigata Cuneo, brigata Casale, brigata Savona

shakot dei granatieri
(da sinistra a destra) brigata Guardie, brigata Savoia, brigata Piemonte, brigata Aosta, brigata Cuneo, brigata Casale, brigata Savona

Dal 1828 gli shakot cambiano forma, principalmente nella dimensione dell'imperiale, che si allarga rispetto al fusto. Dal 1830 in successione sono approvati tre modelli per i reparti di fanteria: di questi modelli non esiste nessuna descrizione ufficiale, per cui bisogna rifarsi all'iconografia. Alcune immagini di questo periodo illustrano uno shakot molto svasato verso l'alto, ornato da una coccarda con ganza, una cornetta di ottone e una nappa semicircolare, verde scuro con centro giallo e ornato, sormontata da un piumetto giallo. Si suppone che l'ultimo tipo di copricapo sia quello che in seguito contraddistinguerà il periodo iniziale del regno di Carlo Alberto (noto come modello 1833).

caporale dei granatieri
brigata Casale
gran tenuta (1824)
[disegno di Massimo Fiorentino]
granatiere della brigata Aosta
tenuta di campagna estiva (1825)
[disegno di Massimo Fiorentino]
granatiere del
reggimento Guardie
grande tenuta estiva (1817)
[disegno di Massimo Fiorentino]

I granatieri e i carabinieri dei reparto cacciatori hanno in dotazione due copricapi particolari, il berrettone a pelo e la coperta pellicciata.

Il primo copricapo viene introdotto nel 1814 per essere usato in particolari occasioni solenni. è sostanzialmente simile al modello settecentesco: è di pelo d'orso dipinto di nero, ha forma a pan di zucchero ed è ornato da una piastra in lamierino di ottone simile a quella del casco dello stesso periodo. è guarnito sul retro da una borsa di panno cucita al fusto (la amandola) e bordata da un gallone dello stesso colore dei bottoni. La borsa è di due colori, all'esterno ha il colore della fodera, all'interno quello dei paramani; al centro della fodera è ricamata una granata del colore dei bottoni. Sul fianco sinistro del berrettone c'è una coccarda turchina, a cui è fissato un doppio cordone in lana (del colore dei bottoni), munito di nappe e fiocchi che pendono sul lato posteriore opposto. I piumetti sono gli stessi dello shakot. [a destra in alto: berrettone da granatiere del reggimento La Regina]

Per le medesime occasioni solenni di cui sopra, i carabinieri dei reparti cacciatori sono dotati della coperta pellicciata, fodera ricoperta di pelo d'orso, con l'imperiale in cuoio nero dipinto, da infilarsi direttamente sullo shakot (a destra in basso: coperta pellicciata per Cacciatori Italiani)

granatieri del
reggimento Savoia
[Uniformi delle truppe di SSRM
Torino, 1821,
incisione di Giuseppe Stagnone]

(in questo caso il colore interno della amandola, che dovrebbe essere nero come i paramani, è sostituito dal turchino)

Anche il berrettone da granatiere si modifica nel tempo, anche se in modo non regolamentato. Tra il 1828 e il 1828 diventa più alto e di forma cilindrica ed è spesso rappresentato senza piastre o con semplici granate o con piastre più piccole di quelle precedenti.

Un brevissimo cenno ad altri elementi del vestiario. La cravatta è di lana nera per tutti i reparti, tranne che per il reggimento (poi brigata) Savoia e la brigata Pinerolo. L'orlo superiore è bordato da un filetto bianco.

La dragona ha colore diverso secondo le specialità: scarlatto, per granatieri e carabinieri, verde per cacciatori, bianco per fucilieri. è composta da un laccio, una ghianda con due passanti e dal fiocco.

Il berretto da fatica, introdotto nel 1822, è di panno turchino, fatto a busta, con la fiamma cucita sul lato destro. L'orlo superiore, la fiamma, la cucitura posteriore e il fiocchetto di lana che pende da un cordoncino cucito sul davanti sono di colore diverso per i vari reparti.

(da sinistra a destra)
[1ª riga] Granatieri Guardie, Savoia, Piemonte, Aosta, Cuneo
[2ª riga] La Regina, Casale, Pinerolo, Savona, Acqui
[3ª riga] Cacciatori Guardie, Cacciatori di Savoia, di Nizza, della Regina

L'uniforme dei reparti di élite della fanteria sarda (i reggimenti Granatieri Guardie e Cacciatori Guardie) ha numerose particolarità distintive. Come già all'epoca di Vittorio Amedeo III, alamari a punta, detti brandeburghi, ornano il petto, le tasche e i tre bottoni cuciti al di sopra dei paramani: sono in lana per soldati e caporali, in gallone argenteo per i sottufficiali; i galloni dei granatieri terminano con un fiocco dello stesso materiale.

i vari tipi di paramani
(da sinistra a destra) reggimento La Regina, Cacciatori di Nizza, reggimento Granatieri Guardie,
reggimento Cacciatori Guardie

alcuni tipi di tasche
(da sinistra a destra) Cacciatori di Nizza, Granatieri Guardie, Cacciatori Guardie

Colletto, paramani, fodera e risvolti sono di colore scarlatto, i bottoni di stagno. Le piastre del casco, del berrettone a pelo e dello shakot sono di un modello specifico.

I cacciatori ornano lo shakot con un gallone a forma di scaglione (chevron) dello stesso materiale degli alamari.

soldato del reggimento Granatieri Guardie

soldato e ufficiale del reggimento Granatieri Guardie (1828)
[Museo Nazionale Castel Sant'Angelo, Roma]


I distintivi di grado per sottufficiali e graduati sono composti da combinazioni di galloni sulle maniche, sulle tasche e sullo shakot (dal momento della sua adozione).

I galloni per i graduati sono di lana gialla o bianca, quelli dei sottufficiali sono tessuti in oro o in argento, in accordo con il colore dei bottoni.

I galloni sull'abito sono cuciti al di sopra dei paramani, con l'eccezione dei Granatieri e dei Cacciatori Guardie, che hanno i galloni cuciti all'interno del paramani, in quanto la parte delle maniche sopra ai paramani stessi è occupata dagli alamari. I galloni sono di due tipi: quello a due righe, alto 3,15 cm, e quello a una riga, alto 2,45 cm.

Per semplicità, nella tabella che segue sono illustrati i distintivi di grado dei reggimenti di fanteria di ordinanza. Seguono poi due esempi di gradi per un reparto cacciatori e il reggimento Granatieri Guardie.

furiere maggiore
(reggimento Aosta)

furiere
(reggimento Genova)

sergente
(reggimento Alessandria)

sergente sovrannumerario
(reggimento Cuneo)

caporal maggiore
(reggimento Pinerolo)

caporale furiere
(dal 1823)
(reggimento La Regina)

caporale
(reggimento Saluzzo)


caporale
Cacciatori Italiani
sergente
Granatieri Guardie


Musiche, tamburini, pifferi e trombettieri

L'uniforme dei musicanti è regolamentata nel 1815 e successivamente nel 1824. L'abito di panno turchino ha falde più lunghe di quello dei reparti di fanteria. Colletto, paramani, fodera e risvolti sono del colore del reggimento di appartenenza; colletto e paramani sono guarniti da gallone d'oro o d'argento secondo i bottoni dell'uniforme. Sulle spalle ci sono due galloni del colore dei bottoni, cuciti a forma di trifoglio (trèfles). I pantaloni sono celesti, con gallonature sul davanti e lungo le cuciture esterne; gli stivali sono di pelle nera. Il cappello è di feltro nero, ornato da piccoli galloni, da un cappietto di metallo, da una coccarda e da un piumetto, con base del colore delle falde dell'abito e sommità turchina
musicante del reggimento Piemonte

Successivamente le fonti iconografiche raffigurano un'uniforme totalmente diversa. L'abito è simile a quello del reparto di linea a cui il musicante appartiene, ne mantiene i colori distintivi, ma è di colore azzurro chiaro. è guarnito sul petto da nove alamari che finiscono a punta; colletto e paramani sono ornati con galloni ondulati di velluto turchino bordati in oro o argento; invariate le spalline a trifoglio. I pantaloni (del medesimo colore dell'abito) e le uose sono quelli della truppa. Il cappello è sostituito da uno shakot simile a quello della truppa, ricoperto di panno azzurro chiaro e ornato da cordoni con fiocchi e doppio gallone lungo il bordo superiore. Piumetto e coccarda sono turchini, la piastra è in ottone.

Per completezza, si riporta anche (sotto a destra) un figurino della grossa musica (verosimilmente un corno da caccia) illustrato da Quinto Cenni nel suo album di disegni.

corno caccia della brigata Aosta
[rielaborazione di un'incisione
di Giuseppe Stagnone
Uniformi delle truppe di SSRM
Torino, 1821]

grossa musica (1814)
reggimento Saluzzo


Le uniformi dei musicanti delle Guardie sono note solo attraverso due illustrazioni risalenti al 1814-1821 e al 1830.

Nel primo periodo, le musiche del reggimento Granatieri hanno un abito turchino chiaro, con i colori distintivi del reggimento. L'abito è guarnito da un plastron scarlatto con nove bottoni per parte, ornato con alamari e galloni in argento. Paramani e colletto sono ornati allo stesso modo. Le spalline a trifoglio sono in argento, sotto quella di sinistra pendono lenze in argento. Lo shakot, ricoperto di feltro nero, ha una piastra in ottone a forma di raggiera, ornata dalle cifre del re, un gallone d'argento lungo il bordo superiore e un piumetto turchino.

Nel 1830 l'uniforme è molto più sgargiante. L'abito turchino è simile a quello della truppa, ma fiocchio e alamari sono in argento. Ci sono galloni d'argento sulle cuciture del dorso e delle maniche. Il colletto e i paramani sono guarniti da galloni d'argento, sono presenti spalline in argento, dalla sinistra delle quali pendono le lenze. Lo shakot è sostituito da un colbacco di pelo d'orso, con una fiamma scarlatta, gallone e fiocco in argento pendente sulla sinistra, e con cordoni e fiocchi pure d'argento. I pantaloni sono scarlatti, guarniti da fioroni e banda laterale d'argento.

Dello stesso periodo è nota anche la pittoresca uniforme del moro batti piatti.

oboe
reggimento Granatieri Guardie
gran tenuta (1814-1821)
musicante
reggimento Granatieri Guardie
gran tenuta (1830)
[ricostruzione da
Armata sarda, uniformi antichi
e moderni
,
Pietro Galateri, Torino, 1844]

moro batti piatti
reggimento Granatieri Guardie
gran tenuta (1828-1830)
[disegno di Massimo Fiorentino]


Tamburini, trombettieri e pifferi hanno la stessa uniforme del reggimento di appartenenza, con alcuni elementi di distinzione.

I tamburini hanno i galloni di livrea al colletto, ai paramani, alle tasche e alle cuciture delle spalle; sopra i paramani sono posti tre scaglioni di gallone di livrea; sulle spalle compaiono nidi di rondine gallonati. I caporali tamburini hanno i relativi distintivi di grado.

I trombettieri hanno i galloni di livrea al colletto, ai paramani e alle tasche.

I pifferi hanno i galloni di livrea al colletto, ai paramani, alle tasche e alle cuciture delle maniche; le spalline sono uguali a quelle della truppa , con in più rotoli di lana del colore dei bottoni attorno alle maniche.

galloni di livrea per
tamburini e pifferi (a sinistra),
per trombettieri (a destra)

uniforme per tamburini (reggimenti Piemonte e Sardegna)

uniforme per pifferi (reggimenti Casale e Cuneo)

L'uniforme dei tamburi maggiori della fanteria è descritta nel regolamento del 1824. Questa uniforme è distinta dagli stessi galloni dei tamburini, in argento, con l'aggiunta di galloni doppi alle cuciture delle maniche e del dorso, nonchè dei distintivi legati al grado di sergente. Della tenuta fa parte una bandoliera, in velluto turchino, gallonata in argento e ornata da una piastra in metallo, del colore dei bottoni, contenente uno scudo con lo stemma reggimentale.

Nell'album di Cenni (vedi bibliografia) sono schematicamente illustrati un tamburo maggiore, un piffero e un tamburino del reggimento Saluzzo.

Le uniformi appaiono leggermente diverse da quelle descritte sopra: per esempio, mancano i tre scaglioni in gallone di livrea sulle maniche del tamburo maggiore.


Per quanto riguarda i Granatieri Guardie, sono note le uniformi di due tamburi maggiori, rispettivamente del 1816 e del 1830.

L'uniforme del primo è turchina, con paramani e risvolti scarlatti; è bordato completamente di gallone d'argento, con fiocchi e alamari pure di gallone argenteo. Le maniche sono guarnite da gruppi di due scaglioni con fiocco, le cuciture del dorso e delle maniche sono ornate da gallone. Le spalline a forma di trifoglio sono d'argento e sono presenti cordelline argentate alla spalla sinistra. Pure i pantaloni sono turchini, con fioroni e banda d'argento; gli stivali hanno frangia e fiocchi d'argento. Come copricapo, il tamburo maggiore porta una czapka alla polacca con galloni in argento e ornata da un sole con raggi di metallo argentati. Il piumetto è diritto, ha base turchina e sommità bianca ed è montato su un supporto a forma di granata. La bandoliera scarlatta ha galloni argentei e una piastra dello stesso colore ornata dalla armi del regno.

L'uniforme del secondo è simile sia a quella del musicante del medesimo periodo, sia a quella descritta qui sopra: bandoliera, piastra e piumetto del colbacco sono gli stessi; il piumetto però parte da alcune piume di struzzo disposte in cascata.

tamburo maggiore
reggimento Granatieri Guardie
gran tenuta (1816)
[disegno di Massimo Fiorentino]
tamburo maggiore
reggimento Granatieri Guardie
gran tenuta (1828-1830)
[ricostruzione da un disegno
di Massimo Fiorentino]


(pagina seguente) Uniformi della restaurazione (2ª parte)


Inizio
Cenni storici e bandiere da Carlo Emanuele I (1580-1630) a Vittorio Amedeo II (1675-1730)
Cenni storici sull'esercito sabaudo nel XVIII secolo
Le bandiere di Carlo Emanuele III (1730-1773)
Le bandiere di Vittorio Amedeo III (1773-1796)
Le uniformi da Vittorio Amedeo II a Carlo Emanuele III
Le uniformi di Vittorio Amedeo III
Cenni sull'Armata Sarda e bandiere da Carlo Emanuele IV (1796-1802) a Carlo Alberto (1831-1849)
Elenco dei reggimenti nazionali fino al 1849
Breve storia delle truppe svizzere al servizio sabaudo
Elenco dei reggimenti alemanni, francesi, misti e religionari al servizio sabaudo


Ultimo aggiornamento 17 Gennaio 2017
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