Cenni storici sull'esercito sabaudo del 18° secolo |
Nel diciottesimo secolo i reparti dell'esercito sardo comprendevano: |
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Le Guardie del Corpo di S.M.
I reparti della Real Casa, addetti ai servizi d'onore presso il sovrano e la sua famiglia, erano considerati come corpi sedentari, nei quali i soldati che si erano maggiormente distinti nell'esercito potevano terminare la carriera. Le Guardie del Corpo invece erano considerate parte integrante dell'esercito e costituivano l'élite della cavalleria sarda. Il reparto era costituito da uno Stato Maggiore e da tre compagnie (organizzazione che ne indicava l'origine seicentesca), per un totale di 230 uomini. La nascita nobile era tassativa solo per gli ufficiali. La prima compagnia era denominata di gentiluomini arceri ed era composta da savoiardi, la seconda da piemontesi. La terza compagnia, formata a Palermo nella primavera del 1714, era costituita da nobili siciliani, ma divenne mista, sarda e piemontese, dopo lo scambio della Sicilia con la Sardegna (anche se per molto tempo molti ufficiali e guardie rimasero siciliani). |
La fanteria
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Nel 1747, sotto Carlo Emanuele III, la fanteria era costituita da trentadue reggimenti, per un totale di 55 battaglioni. Diciotto erano i reggimenti sardi (otto di ordinanza nazionale e dieci provinciali), che comprendevano 25 battaglioni, mentre quattordici erano i reggimenti di fanteria straniera, comprendenti 30 battaglioni. I reggimenti di ordinanza erano su due battaglioni, tranne il reggimento La Regina che ne comprendeva uno solo; anche i reggimenti provinciali erano su un solo battaglione. Ogni battaglione era formato da nove compagnie di fucilieri e da una di granatieri, per un totale di 700-800 uomini. La fanteria nazionale era costituita (tranne eccezioni autorizzate dal sovrano) solo da sudditi del regno: volontari, nel caso dei reggimenti d'ordinanza, e personale di leva, nel caso dei reggimenti provinciali. La fanteria straniera comprendeva sei reggimenti svizzeri, quattro reggimenti italiani, tre alemanni e uno misto, composto da militari di diverse nazionalità (tedeschi, svizzeri, olandesi, irlandesi, francesi). Una particolarità dei reggimenti stranieri era di portare il nome del colonnello proprietario: cambiavano quindi sovente di nome, pur conservando in genere anzianità, bandiera e uniforme. Nel 1751 la fanteria nazionale fu riorganizzata su nove reggimenti, di cui sei (Guardie, Savoia, Monferrato, Piemonte, Saluzzo, Fucilieri) su due battaglioni, ciascuno su nove compagnie fucilieri e una compagnia granatieri. Gli altri tre reggimenti erano su un solo battaglione su dieci compagnie (di cui una di granatieri). I battaglioni di fanteria nazionale restarono quindi 15 come nella precedente organizzazione. Dei dodici reggimenti di fanteria provinciale, i due costituiti nel 1751 (Novara e Tortona) rimasero a lungo solo sulla carta; gli altri comprendevano un solo battaglione di 8 compagnie. |
- | i reggimenti La Marina e La Regina, con un solo battaglione su sei compagnie fucilieri e una compagnia granatieri; |
- | il reggimento di Sardegna, su un solo battaglione composto da cinque compagnie fucilieri e una granatieri; |
- | il reggimento Grigioni, costituito da due battaglioni di otto compagnie fucilieri ciascuno e da una compagnia granatieri. |
La fanteria provinciale era costituita da dodici reggimenti (su un solo battaglione) che continuavano a prendere il nome della provincia in cui erano reclutati. I reggimenti provinciali contavano quattro compagnie di fucilieri, una di granatieri e una di volontari.
Le gravi difficoltà economiche che affliggevano l'esercito sardo costrinsero il re a una nuova riforma nel 1786. Fu ridotto l'organico dei reggimenti di ordinanza: i reggimenti su tre battaglioni passarono a due, ognuno sempre su quattro compagnie fucilieri; furono mantenute le due compagnie granatieri e vennero create due nuove compagnie, la compagnia cacciatori e quella di riserva. Con i terzi battaglioni eccedenti e con truppe di nuova leva furono completati i reggimenti La Marina, La Regina e Sardegna e fu costituito il reggimento Lombardia. I reparti provinciali aumentarono a quattordici, con la costituzione dei reggimenti Acqui e Susa; in totale la fanteria nazionale schierava 48 battaglioni. I reggimenti stranieri Bernese e Grigione mantennero tre battaglioni, mentre il Vallesano, il Real Alemanno e il Chiablese ne ebbbero due ciascuno, per un totale di 12 battaglioni esteri. All'inizio del 1793 tutti i reggimenti d'ordinanza nazionali ed esteri ebbero un organico di 1.385 uomini, ufficiali compresi. Nello stesso periodo vennero arruolati tre nuovi reggimenti svizzeri, Bachmann, Zimmermann e Peyer-Imhof. Il reggimento Chiablese, per le difficoltà di reclutamento all'estero, dovette arruolare elementi nazionali e pertanto perse le caratteristiche di corpo straniero. Con le truppe provenienti dal disciolto battaglione delle Fregate fu costituito un nuovo reparto, diventato reggimento di fanteria di ordinanza nel 1793 con il nome di Nuova Marina, cambiato poi in Oneglia. L'armistizio del 1796 obbligò il re a ridurre la forza dell'esercito: l'organico di tutti i reggimenti (tranne quello delle Guardie, che rimase su 1.500 uomini) fu contratto a 1.156 uomini. Nello stesso anno ci fu una successiva riduzione di organici e il reggimento Chiablese fu ridenominato Alessandria. Nel 1798 furono sciolti dal giuramento di fedeltà i reggimenti nazionali Guardie, Savoia, Monferrato, Piemonte, Saluzzo, Aosta, La Marina, La Regina e Alessandria e i reggimenti stranieri Ernst (bernese), Beeli (grisone) e Bellmont (vallesano). Restò in servizio in Sardegna il reggimento di fanteria nazionale omonimo. |
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Nel 1747 la cavalleria propriamente detta era costituita dai reggimenti Piemonte Reale Cavalleria e Savoia Cavalleria: in tempo di pace ogni reggimento comprendeva quattro squadroni (cinque in tempo di guerra), ciascuno composto da due compagnie: in totale 650 uomini per reggimento.
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L'artiglieria
Fino al 1774, il reggimento di artiglieria era considerato parte delle truppe di fanteria. In seguito a questa ristrutturazione il reparto assunse la denominazione ufficiale di Corpo Reale di Artiglieria, costituito dalla riunione di due enti prima separati, il Corpo Reale propriamente detto e il Corpo dell'Artiglieria dei Battaglioni. Il primo comprendeva, oltre allo Stato Maggiore, tre battaglioni ciascuno su quattro compagnie, incluse quattro compagnie di specialisti (bombisti, zappatori, minatori, maestranza). |
Bandiere e stendardi
La bandiera serviva a distinguere sia il reparto sia l'esercito di appartenenza. Fin oltre la metà del 1600, i reggimenti di fanteria avevano in dotazione una bandiera per compagnia, che portava le insegne proprie del capitano comandante. La bandiera della compagnia il cui proprietario era il colonnello comandante del reggimento, quindi la bandiera più importante, era detta "bandiera colonnella", mentre le altre erano chiamate bandiere di compagnia o "ordinanze".
Con la creazione nel 1664 dei reggimenti di proprietà del Duca di Savoia, e la definitiva costituzione dei battaglioni, fu deciso che la bandiera principale, la "colonnella", portasse le armi ducali, mentre il reggimento doveva avere una propria ordinanza, che seguiva un modello comune a tutta la fanteria. Fino al 1736 comunque l'iconografia dell'esercito sardo è praticamente inesistente e le bandiere antecedenti a questa data sono ricostruibili con approssimazione, sulla base di rari documenti, spesso di provenienza estera. Alcune di queste bandiere, degli anni dal 1673 al 1730, sono riportate nelle pagine relative al periodo da Carlo Emanuele I a Vittorio Amedeo II . |
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Le tre compagnie di Guardie del Corpo, considerate a tutti gli effetti reparti di cavalleria pesante, avevano insegne simili a quelle di Piemonte Reale e Savoia, in damasco turchino con frangia e ricami d'oro. Ognuna aveva il recto e il verso ornato da un'impresa e da un motto diverso. |
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Guardie del Corpo |
Guardie del Corpo |
La ristrutturazione di Vittorio Amedeo III del 1774 toccò profondamente anche bandiere e stendardi introdotti alcuni decenni prima da Carlo Emanuele III. I vecchi modelli, diversi da reggimento a reggimento, furono sostituiti da altri, uniformi nel disegno e negli ornamenti, ma differenziati dai colori e dagli stemmi. Ogni reggimento di fanteria continuò ad avere una bandiera colonnella e una di ordinanza assegnate al primo battaglione, e una sola ordinanza per ciascuno dei restanti battaglioni. |
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Le bandiere di ordinanza invece avevano il drappo contornato da una cornice bianca profilata d'oro o d'argento come la colonnella, attraversata da una fascia ondulata turchina. La bandiera era ornata dalla croce bianca, con al centro uno scudo barocco d'oro, contenente lo stemma della città o provincia. |
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Anche per i reggimenti di cavalleria, la ristrutturazione del 1774 modificò le insegne precedenti, introducendone altre uniformi per disegno e ornamenti. In questo caso però molti reparti conservarono più a lungo le vecchie insegne, sostituendole progressivamente, man mano che gli stendardi e le cornette di quarant'anni prima si usuravano. |
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I Cavalleggieri di SM (già Dragoni di SAR) adottarono fiamme pentagone aventi lo stesso disegno degli stendardi di cavalleria, con i propri colori e le Grandi Armi del Regno nello scudo. |
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Come già detto, fino alla riforma del 1786 ogni reggimento di ordinanza nazionale aveva avuto una bandiera colonnella e una bandiera di ordinanza per il primo battaglione e tante ordinanze quante erano i restanti battaglioni. |
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Ultimo aggiornamento 4 Gennaio 2017
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